Sono stato alla mostra di Andy Warhol a Monza, 140 opere del padre della pop art. Anche se lo spazio dell’Orangerie della Reggia di Monza è piuttosto contenuto posso garantire che la mostra è in ogni caso da vedere. Andy Warhol. L’alchimista degli anni Sessanta, così si intitola la mostra, è da vedere perché ci sono tutte le opere che uno si aspetta di vedere: dalle serie dedicate a Jackie e John Kennedy a quelle consacrate al mito di Marilyn Monroe, dalla osservazione critica della società contemporanea, attraverso la riproduzione seriale di oggetti della quotidianità consumista, all’analisi degli altri aspetti come la musica o la rivoluzione sessuale.
Anche solo vedere le famosissime copertine realizzate per i Rolling Stones e per i Velvet Underground vale già il prezzo del biglietto. Mi ha molto sorpreso scoprire che ne aveva realizzata una anche per Loredana Bertè Made in Italy.
La mostra c’è fino al 28 aprile 2019.
Io vivo di contaminazioni, sono un po’ come una spugna o a volte come il protagonista del film Zelig di Woody Allen, assorbo le energie intorno a me. Questa mostra mi ha ispirato due elaborazioni/interpretazioni grafiche realizzate con le fotografie che ho scattato. Lo so, chiaramente, è fin troppo facile fare qualcosa di carino prendendo “in prestito” opere di Andy Warhol, ma se ti piace guardale, postale, condividile… rifotografale, in sintesi: non smettere di trasmettere!
Una mia interpretazione grafica di alcune opere di Andy Warhol: Convivenze cromatiche.
Una mia interpretazione grafica dell’album Made in Italy di Loredana Bertè, design di Andy Warhol .
Campbell’s Soup Tomato.
Un’immagine dello spazio espositivo all’Orangerie della Reggia di Monza.